Il puma (Adelphi 2023-06) by Jean Stafford

Il puma (Adelphi 2023-06) by Jean Stafford

autore:Jean Stafford [Stafford, Jean]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-06-05T22:00:00+00:00


Appena Ralph fu uscito dalla stanza, Molly rimise la tazza sul carrello e disse: «Vorrete scusarmi, ma questo è il momento della giornata noto a tutti come l’ora dei bambini».

La signora Fawcett scrollò la testa e sospirò: «Il fatto è che se non può stare con Ralph non è contenta. Se dorme non svegliarlo».

Il reverendo Follansbee e sua moglie dissero: «Arrivederci, Molly» e Molly disse: «’sera» ma, visto il tono, fu costretta a tornare indietro, fare un inchino e salutare come si deve. Fece attenzione a non calpestare il vomito di Ralph, che i grandi avevano deciso di ignorare. Era soltanto saliva, e il tappeto la stava già assorbendo.

Non aveva intenzione di andare in camera di Ralph. Era chiaro come il sole che lui non l’avrebbe mai sposata e che avrebbe sposato lo zio Claude, invece. Percorse tutto il corridoio fino alla cucina. Era immacolata e senza vita, come sempre nei pomeriggi domenicali. La domenica sera invece di preparare la cena Fuschia lasciava una pentola di minestra a sobbollire lentamente in un angolo del fornello. Non mangiavano altro, a parte del pane tostato col burro d’arachidi e un cioccolatino a testa. I fumetti erano sopra il frigorifero e lei si mise a leggere Out Our Way, che quel giorno trovò particolarmente divertente. Un padre e i due figli uscivano a pulire il giardino e si sporcavano tutti. Per andare in bagno a lavarsi dovevano salire al piano di sopra, passando davanti alla porta del soggiorno, dove la mamma aveva invitato le amiche. Allora al padre veniva l’idea di prendere un lenzuolo dalla corda del bucato per nascondersi tutti e tre lì sotto, così sarebbero sfilati davanti alla porta come un lampo bianco, ma non funzionava perché si confondevano e per sbaglio entravano proprio in soggiorno. Molly scoppiò a ridere per un attimo e poi, guardandosi allo specchio sopra il lavello, fece, quasi senza muovere le labbra: «Ah. Ah. Ih. Ih».

Poi sgusciò fuori dalla porta sul retro senza un rumore. Budge, che ormai era vecchia e rincitrullita, era sdraiata sul primo gradino, incurante della pioggia, ma lei si limitò a lanciarle un’occhiata e a mormorare: «Ciao, miciona».

Entrò nella rimessa, dove le vasche per sbiancare le noci erano pronte per il raccolto dell’anno successivo. Nel locale c’era un odore chimico e questo, insieme all’oscurità e alla pioggia che picchiettava sui vetri, la fece pensare al Dottor Jekyll e Mr. Hyde. Molly incominciò a muoversi come una sonnambula. Andò dritta verso i becher di acido sui ripiani, quelli che Miguel aveva detto a entrambi di non toccare fin da quando erano piccoli, svitando i tappi per mostrare il vapore azzurro e pungente che si alzava da quel calore nascosto. Una sola goccia sulla pelle scoperta, aveva detto, l’avrebbe bruciata come un attizzatoio rovente, poi ne aveva prelevato un po’ con un contagocce e l’aveva messo su un vecchio pezzo di tela per mostrare loro con che rapidità era in grado di corrodere qualsiasi cosa. Miguel aveva fatto un corso di chimica per corrispondenza



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